giovedì 16 maggio 2024

'Incontro di martedì 7 Maggio:Visita Atelier della carta presso gli Artigianelli e della ditta artigiana Ugolini di restauro manufatti metallici antichi

 

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Recensione di Massimo della visita con il contributo di Eugenio. 

In una giornata di pioggia pressoché continua (insolitamente il meteo non si è adeguato alla nostra uscita) si sono svolte nel pomeriggio le  visite organizzate da Eugenio (Stefani) a due laboratori artigiani attivi nel "diladdarno" di Firenze.

La prima visita si è svolta all'Atelier della carta presso gli Artigianelli, in via de' Serragli 104  e la seconda alla "Antica bottega artigiana" Ugolini, in via del Presto di San Martino al 23r.
Alla visita dell'Atelier degli Artigianelli ero presente insieme a pochi altri pensionati (Foto 1).

Visita molto interessante nel mondo della carta antica, dove il laboratorio svolge attività di restauro di libri, stampe, fotografia d'epoca, ma anche di fabbricazione della carta a mano nonché progettazione e costruzione, su committenza, di rilegature con copertine in pelle decorate, delle quali la (Foto 2) ne mostra alcuni esempi.

foto 2

Doveroso ringraziare l'esperta restauratrice Beatrice Cuniberti (ritratta nella Foto 2) di lunga esperienza e grande cultura che, oltre a mostrarci gli ambienti dell'Atelier e spiegarci le attività del laboratorio, ha eseguito in nostra presenza ben tre tipologie di restauri: il primo esempio è stato la ricostruzione del bordo inferiore, perduto in parte, di una pagina illustrata di un trattato della fine del XVIII secolo  (Foto 3); il secondo una "ripulitura" della copertina in brochure (brossura) di un libro stampato nel 1952; il terzo esempio ancora una ripulitura, ma eseguita su fotografie del tardo XIX secolo e inizio del XX.

foto 3

Il breve filmato che ho composto (su YouTube qui "lincato") dà una panoramica dell'Atelier e riprende dal vivo l'esecuzione di alcuni di questi restauri.

Come al solito, il mondo del restauro e degli antichi artigianati ci affascina sempre.

 Per la seconda visita, alla quale non ho potuto partecipare, lascio la parola, o meglio la penna a Eugenio Stefani che così qui di seguito racconta.

 Dopo la visita all'Atelier della carta il nostro piccolo gruppo si è spostato alla "Antica bottega artigiana" Ugolini (Foto 4) specializzata nella lavorazione e restauro dei metalli.

 

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Siamo stati accolti dal titolare e artigiano, quarta generazione, che ci ha illustrato la storia della bottega ed è poi sceso nel dettaglio del manufatto che stava creando ricavandolo da una lamiera di rame.

 Con successive piegature assume la forma tridimensionale  di un pesce (Foto 5).

 

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Ancora con successive punzonature viene prodotta la pelle con le squame mentre a parte si preparano le pinne che saranno saldate al corpo.

Prosegue la discussione sulla tecnologia della saldatura e coloritura del rame e su come farlo sembrare antico, un reperto archeologico.

Sono usate pietre dure applicate su piccoli prodotti, diciamo di serie, venduti sul mercato internazionale.

Nelle vetrine sono esposte copie di vasi etruschi e romani, fedeli agli originali dei musei ai quali hanno accesso nonché, ad esempio, un orologio galileiano  presente al Museo della Scienza.

Le parti in cristallo sono fornite da un’altra Antica bottega artigiana da noi visitata cioè la vetreria Locchi , ma sono venduti anche manufatti di Murano (Foto 6)

 

foto 6

La visita si è conclusa con il reciproco apprezzamento nostro, per quello che abbiamo appreso, e dell'artigiano che, avendo un pubblico di tecnici,  ha potuto far capire la complessità del lavoro manuale e la quantità di nozioni tecnologiche necessarie  per questi prodotti elitari.

 Ringraziamo Massimo ed Eugenio per il loro contributo.

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Mercoledì  22 Maggio ci troviamo alle ore 9,30 alla Caffetteria delle Oblate per programmare le nostre attività.

giovedì 2 maggio 2024

I primi 10 Anni del blog di "Quelli del Pignone"

 

Come si dice: sembra ieri. Quando lanciai il Blog di "Quelli del Pignone" invece era il 2 maggio del 2014, sono 10 anni. Il titolo del primo post era "Proposta del Blog Pensionati Nuovo Pignone" . Iniziava così: " Oggi improvvisamente ho deciso di farne una bozza e di chiedere la vostra opinione. Potrebbe servire a raccogliere e condividere i documenti, foto, informazioni ecc. sul Pignone." L'idea pare sia piaciuta … 

Un'idea era anche quella di diffondere attraverso il blog i bei giornalini cartacei di Arturo, questo fu il primo errore. Col blog Arturo decise di cessare con i suoi giornalini.

Mauro Cocchi ha contribuito raccogliendo le adesioni di numerosi ex colleghi alla nostra mailing list che adesso è di quasi 300 destinatari.

Poi il blog è cresciuto quasi da se, a suo modo, con i contributi di tanti ex colleghi.  

Adesso è un contenitore dei molti nostri incontri, tra semplici e visite culturali sono oltre 500. Rivedere post di 10 anni fa da un certo effetto. Quei  post sono un po' una documentazione della nostra storia di quegli anni.

Poi ci sono le pagine del blog.  La pagina delle guide di Massimo è impressionante. Tutte veramente professionali, interessanti e fanno concorrenza a quelle commerciali.

Ci sono molte altre cose nel blog. Ci trovate la pagina dei bei filmati del "Nostro Regista" Mauro Cocchi. Con i filmati i ricordi del blog sono ancora più intensi.

 C'è Anche la "pagina dei colleghi che ci hanno lasciato" , non prevista, ma è quella più visitata…Una pagina molto apprezzata è quella de  "Le Nostre Storie" al Pignone abbiamo degli scrittori. Queste storie sono divertenti, commoventi, nostalgiche… Naturalmente trovate la pagina dei "I Nostri Giornalini (di Arturo)" tutti divertenti, interessanti che hanno stimolato la creazione del blog. E molto altro.

 Una cosa a cui tengo particolarmente seno "le pagine per collaborare" ce ne sono cinque. Queste pagine avrebbero l'ambizione di fornire una qualche documentazione utile ad una "storia diversa" del Pignone quasi "sociale".

Del Pignone esistono documenti utili per la sua storia "classica": dai disegni dei progetti, cataloghi, verbali di assemblea, dati finanziari ecc. Molti altri saranno disponibili con la messa online dell'organizzando archivio. Ma cosa sappiamo noi di come lavoravano i colleghi degli anni '50? Quali strumenti utilizzavano, quali erano i rapporti tra i colleghi, la vita quotidiana al lavoro,  ecc. Per i lavoratori attuali del Pignone sapere cosa era il "grattino",  cosa era "il Canneto", o il "simulatore analogico" ecc. possono considerarsi "informazioni storiche". Le nostre memorie, che a noi oggi appaiono poco interessanti, diventano "materiale storico" per quelli che dopo decine di anni saranno interessati alla storia del Pignone. Questa "storia sociale" si integra e completa con la "storia classica".

La pagina del blog  "Per i giovani: come si lavorava ..." contiene diverse informazioni di questo tipo.

Un esempio tratto dal documento: come di disegnava di Eugenio Stefani

Nel blog trovate molti ricordi della vita del Pignone piccole e grandi vicende, utili per illustrare la vita quotidiana e il modo di lavorare al Pignone ai "nostri tempi". Per questo invito costantemente a collaborare gli ex colleghi con documenti, ricordi, foto.

 Per fare un bilancio del decennio del blog occorre anche qualche numero. Le visite al blog sono attualmente 217000 e non poche anche dall'estero. I post pubblicati 520. I commenti 914. 

Accessi al blog

Accesi al blog per paese

Oltre al blog abbiamo altre attività collaterali come la  pagina Facebook di "Quelli del Pignone" molto utile per diffondere il blog e le nostre attività agli ex colleghi lontani e all'estero.

Tra le cose che considero più positive e a cui il blog ha indirettamente contribuito è quella di far nascere nuove amicizie e di mantenere  e rinforzandole le vecchie.Tanti incontri e tante cose fatte insieme hanno arricchito la socialità tra ex colleghi.

 

La prima nostra visita culturale ...

Concludo ringraziando tutti quelli che hanno contribuito al blog e continuano a farlo. Evito di fare nomi ma ognuno sa quanti ringraziamenti si meriti.

 Mauro Cappelli

domenica 21 aprile 2024

Incontro di Venerdi 12 Aprile: visita al Museo Bandini di Fiesole e Convento di San Domenico

 

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Ecco la recensione di Massimo alla visita: 

Finalmente ! Sì, è proprio il caso di dirlo: finalmente siamo riusciti a visitare il Museo Bandini a Fiesole, che, ha dispetto della targa apposta a lato dell'ingresso col dettagliato orario di visita, è sempre chiuso !

Se siamo riusciti a vederlo, dobbiamo ringraziare Eugenio Stefani che con tenacia e pazienza è arrivato a procurarci l'apertura del Museo e con tanto di guida, veramente esperta e di chiara esposizione: Silvia Borsotti.

Il gruppetto dei partecipanti di "Quelli del Pignone", sette in tutto come si vede dalla foto di gruppo scattata all'interno del Museo (Foto 1), è rimasto molto soddisfatto della conduzione della visita. 

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Il Museo Bandini (Foto 2) nasce, come altri già visti, dall'eredità di un collezionista: Angelo Maria Bandini (Firenze, 1726 - Fiesole, 1803); era un prelato, colto e appassionato d'arte, vissuto in pieno Settecento, ovvero in un'epoca in cui si considerava "primitiva", in senso dispregiativo, tutta la pittura prodotta dal XIII secolo fino al Botticelli compreso.

Il Bandini, però, fu un erudito d'eccezione per l'epoca, tanto da comprendere e valorizzare l'Arte del Medioevo e riuscì a raccogliere una discreta collezioni di dipinti "primitivi" che chiese, conventi e istituzione tendevano a disfarsene.

Il Museo è dal 1913 ospitato in una palazzina costruita appositamente dall'architetto Castellucci, dietro l'abside del duomo, e raccoglie, dunque, prevalentemente opere pittoriche, dal XIII secolo fino agli albori del XVI secolo, di artisti  prevalentemente italiani, direi toscani; ad alcune di queste opere si aggiunge al valore artistico anche quello storico.


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L'opera più antica è una "Crocifissione" (Foto 3) datata 1270-75 da un Maestro di Galliano, attivo a Firenze nella seconda metà del XIII secolo. Del Trecento, Nardo di Cione (fratello del più noto Andrea di Cione detto l'Orcagna) ci offre una particolare immagine della "Madonna del parto" (Foto 4) del 1355 ca. Arrivati al Quattrocento, sono notevoli le quattro tavole dipinte da Jacopo del Sellaio (Firenze, 1443 - 1493) con i "Trionfi" secondo il poema del Petrarca, delle quali la (Foto 5) mostra il trionfo dell'Amore e quello della Pudicizia; pitture, queste che la nostra guida ci  ha magistralmente illustrato seguendo tutta la complessa simbologia che sviscera la logica del pensiero petrarchesco.

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Anche la scultura è presente in questo Museo, con opere del Quattro/Cinquecento, ad esclusione di una trecentesca "Madonna col Bambino" della scuola di Andrea Orcagna.

Tra le sculture è da segnalare una "Madonna col Bambino" modellata in terracotta, dipinta a freddo, (Foto 6), attribuita a Filippo Brunelleschi (del 1400-1415), tornata al Museo da un recente restauro; la particolare concezione del gruppo, dove il Bambino è atteggiato come a cercare protezione nella madre, ha rappresentato uno schema artistico molto ripetuto dagli artisti successivi.

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Notevole è anche la raccolta di terrecotte invetriate dei Della Robbia e dei Buglioni, esposte in un ampio salone (Foto 7) nel quale ha termine la visita del Museo.

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Il filmato che ho composta dovrebbe illustrare meglio la consistenza di questo Museo, dove la rassegna delle opere esposte è fatta in maniera più ampia e più di metà del tempo del filmato è dedicato ad alcune delle spiegazioni offerteci dalla guida Silvia Borsotti.

 La mattinata non è finita con la visita al Museo, ma, scesi a San Domenico (Foto 8), all'ingresso del locale Convento domenicano, ci attendeva un'altra guida nella persona del priore don Aldo Tarquini.

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Il convento di San Domenico fu fondato dal beato Giovanni Dominici nel 1406, quando ancora a Firenze, presso la basilica di San Marco, il convento era occupato dai padri Salvestrini.

A San Domenico dimorò per qualche tempo il Beato Angelico dove eseguì alcune pitture a fresco, ma delle quali oggi rimane solo una Crocifissione (Foto 9) nella Sala del Capitolo, alquanto deperita, ma leggibile.

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Il Convento oggi ospita, come molti altri edifici storici dei dintorni, sezioni della EUI (European University Institute), grazie alla quale tali edifici hanno avuto i necessari restauri e sono attualmente mantenuti.


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Il chiostro, composto da un bel porticato su due lati, incornicia il giardino degli aranci amari (Foto 10).  Superato il braccio del convento dov'era il noviziato, attraversato l'uliveto, si giunge alla Cappella delle Beatitudini, un triportico con volte affrescate (Foto 11),  ma con le pitture molto danneggiate, sebbene fatta restaurare nel 2016 col contributo dell'avv. Paolo Fresco.

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Infine, la visita alla chiesa (Foto 12) dove la celebre e bella  pala d'altare del Beato Angelico, nella prima cappella a sinistra entrando, non era presente perché in restauro.

Notevole l'architettura barocca in legno dorato dell'altare maggiore (Foto 13) che ricorda lo stile "Manuelito", ovvero il barocco della Spagna.


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 Un pranzo veloce, buono, alla locale Trattoria "Piatti e Fagotti" di via delle Fontanelle, il cui nome è ispirato dalla vicina Scuola di Musica di Fiesole; caffè all'angolo, presso il bar-alimentari "Le Fontanelle", visibile nella Foto 8.

 Giornata serena, soleggiata e come al solito, anche se in pochi, passata allegramente.

 Qua trovate il bel filmato di Massimo 

Crediti:
Massimo Pinzauti recensione  della visita foto e filmato
Eugenio Stefani : organizzazione della visita
Mauro Cappelli: pubblicazione e gestione del blog


sabato 20 aprile 2024

Incontro di Mercoledì 17 Aprile e "Chiacchierata" con Michele Stangarone sul suo libro “Nuovo Pignone. Un’entusiasmante storia tecnica. Da Firenze, all’Italia al mondo”

 


Solita numerosa partecipazione per l'incontro di metà mese. Dopo il caffè, ci siamo trasferiti, sempre chiacchierando, al Circolo del Torrino di Santarosa per l'incontro con Michele Stangarone e il suo libro. Inevitabili calorosi saluti e abbracci con Michele che diversi di noi non vedevano da diversi anni.


Michele ha iniziato parlando dell'origine del libro e come esso copra una carenza
 nella storia tecnica del Pignone di quegli anni. Quindi dei vari risvolti per la stesura .

Ha accennato a interessanti vicende non riportate nel libro sulla storia tecnica del Pignone. Dai partecipanti sono state rievocate le sempre emozionanti piccole e grandi vicende della vita Pignone.  
Personalmente lo trovo un incontro particolarmente interessante e utile. Soprattutto per uno come me interessato a tutto quello che è storia. Da sempre sento la necessità di raccogliere documentazione per cercare di mantenere viva la storia della nostra società. Questo è anche un motivo della nascita del blog. Chiedo a tutti di continuare a inviare materiale per la storia del Pignone.

Terminato l'incontro con Michele, alcuni dei partecipanti hanno pranzato presso il Circolo.


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Mercoledì prossimo 24 Aprile ci troviamo alla caffetteria delle Oblate alle ore 9,30 per programmare le nostre attività.

venerdì 5 aprile 2024

Incontro di Giovedì 4 Aprile 2024: Visita Museo Horne e Casa del Vasari

 

Segue la recensione che Massimo ha preparato per noi:

 Come nostro solito: visita programmata, visita eseguita puntualmente. Giornata primaverile, adatta agli incontri.

Per l'occasione ci siamo radunati in Piazza Santa Croce per il doveroso caffè iniziale presso Finisterre, quindi trasferimento, percorrendo Borgo Santa Croce , in via dei Benci dove ha sede il Museo fondato da Horne in quel palazzo, già degli Alberti di Catenaia, poi acquistato alla fine del Quattrocento dai Corsi che lo rimodernarono nello stile rinascimentale e quindi acquistato dal collezionista inglese il quale, liquidati i possedimenti londinesi, si trasferì a Firenze, da lui già conosciuta nel suo viaggio in Italia negli anni 80 del XIX secolo.

Per quanto concerne il Museo niente di nuovo rispetto alla precedente visita eseguita il 27 novembre del 2018, il cui post lo trovate al link seguente:

 https://quellidelpignone.blogspot.com/2018/12/incontro-del-27-dicembre-2018-visita.html 

 dove è anche il link al filmato fatto in quell'occasione dal nostro regista Mauro Cocchi.

 In effetti una novità l'abbiamo avuta: assenza completa dei "totem" con la descrizione delle opere esposte,  però ci hanno detto che on-line nel sito del museo c'è la guida virtuale; il problema è che all'interno del museo non si capta nessun segnale e, per giunta, non avevo con me il libro-catalogo edito da Polistampa (Foto 1)  veramente illustrativo.

 

Foto 1

Meglio è andata per la seconda parte della visita, quella alla Casa del Vasari, situata in uno dei Palazzi Spinelli, quello al civico 8 di Borgo Santa Croce. Dopo la visita di quasi cinque anni or sono, ho avuto modo di scrivere sull'argomento una delle mie guide dal titolo "La Casa di Giorgio Vasari a Firenze" che si trova nel nostro blog, scaricabile in pdf, dalla sezione "Le guide di Massimo".

 Proprio seguendo passo, passo, questa mia guida ho espletato la illustrazione di questa casa già prima di lasciare il Museo (Foto 2), per quanto concerne la parte introduttiva. Ricordiamo che di questa dimora, dove il Vasari spirò nel giugno del 1574, oggi rimane intatta la Stanza grande, completamente affrescata da lui dal 1571 ca. con l'apoteosi dell'Arte del Disegno, dalla quale discendono tutte le Arti figurative: Pittura, Scultura, Architettura, oltre raccontare, tramite due episodi narrati pittoricamente, le origini della pittura dai due maestri dell'antica Grecia: Apelle e Zeusi rammentati dagli scritti antichi e trascritti da Plinio il Vecchio.

Foto 2

Foto 3
Nella (Foto 3), scattata come la precedente da Eugenio Stefani, si vede il nostro  gruppo nella Sala grande di Casa Vasari, intento ad ascoltare il racconto da me propinato, sperando di non aver annoiato nessuno. 

Purtroppo devo lamentare che c'è stata la presenza di un paio di partecipanti dal comportamento non conforme a queste nostre visite culturali: il loro pressoché incessante parlottare tra loro ha recato non poco disturbo a quanti erano attenti alla mia illustrazione del Museo, ed anche a me, costringendomi a parlare in tono di voce più alto.

 Ringraziamo Massimo per tutto quello che fa per  Quelli del Pignone e anche per la sua pazienza.

sabato 16 marzo 2024

Incontro di Mercoledi 13 Marzo 2024

 


Solito incontro di metà mese. Solita affluenza. Solite complicazioni per il caffè e la immancabile foto di gruppo. Solite piacevoli chiacchierate.

In una di queste ho accennato alla mia allergia. Diversi colleghi ne soffrono.

 Parlo della mia in solidarietà ##

La mia inizia presto verso la metà di febbraio. Sono allergico al polline del cipresso e questo è uno dei primi a spargersi … . 31 anni fa non sapevo cosa fossero le allergie. Appunto 31 anni fa mi sono trasferito nell'attuale abitazione. Allora non feci caso ad un enorme cipresso distante pochi metri dalla terrazza. E' stato grazie a lui che sono entrato nel mondo degli allergici. Da qualche anno l'enorme cipresso rischiava di cadere ed è stato abbattuto. Le cose sono molto migliorate. Ultimamente però ho scoperto un'insidiosa sinergia tra l'allergia e gli otoliti vaganti nell'orecchio (da cui vertigini ecc.). L'allergia richiede soffiarsi il naso spesso e questo eccita il movimento di questi "sassolini" il  risultato sono vertigini più o meno intense, equilibrio incerto, ecc. Il tutto è fastidioso ma tollerabile.  

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Mercoledì prossimo 20 Marzo ci troviamo alla caffetteria delle Oblate alle ore 9,30 e non più, come al solito, alle ore 10,00.  

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Alcuni colleghi mi hanno segnalato che non ricevono l'email del gruppo. Provate a cercarla nello spam. Se da più di 2 settimane non avete ricevuto email del gruppo contattatemi e risolveremo il problema.

 

mercoledì 6 marzo 2024

Presentazione del libro di Michele Stangarone “Nuovo Pignone. Un’entusiasmante storia tecnica. Da Firenze, all’Italia al mondo”


Come "Quelli del Pignone" abbiamo il piacere di riportare  la presentazione di Michele Stangarone  del suo libro “Nuovo Pignone. Un’entusiasmante storia tecnica. Da Firenze, all’Italia al mondo”.  Un importante contributo alla storia del Nuovo Pignone.  

 

 Carissimi colleghi,

Con il sostegno di Baker Hughes abbiamo realizzato un libro sulla storia tecnica del Nuovo Pignone dalla fondazione al 1999.

È un testo che ho potuto scrivere grazie ai contributi orali e materiali di tanti amici e colleghi dell’azienda, facendo uso dell’Archivio Storico di Nuovo Pignone e di quello di ENI, dei Quaderni Pignone e delle Relazioni di Bilancio annuali.

Il testo raccoglie alcune delle pietre miliari della storia tecnica dell’azienda, veri e propri momenti di svolta che dal 1954 al 1999 ne cambiano completamente il corso. Il periodo copre tutto l’arco della gestione dell’Eni (1954-94) e l’inizio di quello successivo di General Electric. 

Ogni capitolo si chiude con delle foto di oggi, che fanno capire quanto il tempo presente e l’odierno successo dell’azienda abbiano radici in un lontano passato, e come questo possa ancora essere d’ispirazione per il futuro.

Il libro può essere acquistato a questo link della Giunti. Azienda e sottoscritto non percepiscono proventi dalla vendita del libro.

 

Spero che lo troverete interessante, un abbraccio a tutti e buona lettura.

Michele Stangarone

https://giunti.it/pages/bakerhughes_nuovopignone

 

martedì 5 marzo 2024

Incontro di Mercoledì 28 Febbraio 2024 : Visita al Museo Stibbert

 


Segue la perfetta recensione della visita al Museo Stibbert realizzata da Massimo:

 Completata la programmata visita al Museo Stibbert. È la seconda visita “ufficiale” che abbiamo compiuto dopo quella del 28 novembre 2018. Nulla è cambiato da allora: qualche partecipante di meno, come attesta la foto di gruppo scattata dallo scrivente (Foto 1), e stesse modalità di visita, ovvero ingresso contingentato, visita “accompagnata” da un addetto del personale del museo, che comunque ci fa anche da guida; questa volta abbiamo avuto un’accompagnatrice colta e ben chiara nelle spiegazioni, purtroppo col divieto di fotografarla, cosa molto limitante soprattutto per le riprese filmate che ho cercato di fare.

 Mantenuto lo sconto del biglietto d’ingresso per gli “over 65”, sebbene rincarato di un euro rispetto a cinque anni fa per adeguamento al prezzo attuale del biglietto ordinario.

 Il Museo è l’espressione di Federico Stibbert, ricchissimo inglese (nato a Firenze nel 1838 da padre inglese e madre italiana, partecipe nel 1866 alla Terza guerra d’Indipendenza, come arruolato nelle Guide garibaldine), appassionato “raccoglitore” di antichità di tutti i generi d’arte. Acquistata la villa a Montughi, nella via che oggi ha il suo nome, fece costruire l’edificio museale per contenere le sue immense collezioni.

 Celebri sono le sfilate o cavalcate degli armigeri e cavalieri del ‘500 europeo (Foto 2), degli arabi (Foto 3) e giapponesi (Foto 4), collocate in ambienti costruiti ad hoc.

 

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foto 3


foto 4 

Tipico dello stile d’arredamento dell’Ottocento, si passano fughe di sale eccessivamente inzeppate di oggetti, soprammobili e mobili, quasi una costipazione da rendere scarsamente fruibile la visione del tutto come mostrano alcune foto (Foto 5 e Foto 6) e maggiormente, credo, il filmato che ho composto.

 

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foto 6

La quadreria è diffusa in molte sale, purtroppo con carenza di didascalie circa gli autori e i soggetti, specialmente per i ritratti; non si esclude che almeno in parte ciò sia dovuto ad un’effettiva mancanza d’informazione sulla provenienza di molte opere (spesso copie anonime di quadri celebri delle Gallerie più famose: giusto per fare due esempi, troviamo la “Gioconda” del Louvre e  “I Quattro filosofi” del Rubens agli Uffizi).

 Un altro inglese visse a Firenze e acquistò il Palazzo Corsi in via de’ Benci: parlo dello storico dell’arte Herbert Percy Horne che allestì nel suddetto palazzo la sua collezione di opere d’arte tra dipinti sculture eccetera, cercando di ricostruire ambienti e arredi che meglio si adattassero al genere e all’epoca delle opere esposte; anche lui lasciò alla sua morte, nel 1916, l’intera collezione e palazzo allo Stato italiano.

 Ebbene, come scrissi per il blog in occasione della visita del Museo Horne (27 dicembre 2018):

   dobbiamo dire che il Museo Horne rappresenta la collezione dell'erudito dell'arte mentre il Museo Stibbert è l'espressione del collezionista tuttologo. Le opere raccolte nel Museo Horne sono mediamente di elevato livello; lì la pittura spazia da Giotto a Masaccio, Filippino Lippi, al senese Beccafumi (con tre quadri, agli Uffizi ne abbiamo solo uno), fino ai più recenti Furini, Artemisia Gentileschi e il Dolci   “.

 La visita allo Stibbert, comunque suscita sempre un certo interesse.

Qua trovate il solito bel filmato realizzato da Massimo. 

Ringraziamo Massimo per la recensione, foto e il filmato.

 

giovedì 15 febbraio 2024

Incontro di Mercoledì 14 febbraio.


 

Incontro di metà mese  caratterizzato da un'ampia partecipazione e da una bella giornata.

Eravamo in 25 intenti a chiacchierare.  Il solito problema di decidere il numero dei caffè questa volta era quasi insormontabile. Gigi ha preso in mano la situazione e, sotto lo sguardo perplesso di qualche turista, prima ci ha separati in due gruppi (caffè si e caffè no), dopo per alzata di mano ha ricavato il numero dei "normali"  e quello dei "macchiati". Non è stata una cosa semplice.
Per il resto tutto come al solito.

Approfitto per una "comunicazione tecnica". Capita che qualcuno di voi non riceva l'email  della comunicazione dell'incontro. Provate a controllare nella casella dello spam. Tenete presente che a "Quelli del Pignone" arrivano almeno due Mail al mese, se da qualche tempo non ricevete email e non le trovate nello spam siete pregati di segnalarmelo. Grazie.

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Mercoledi  prossimo 21 Febbraio ci troviamo alla Caffetteria delle Oblate alle ore 10,00 per la programmazione degli incontri.

giovedì 8 febbraio 2024

Incontro di Mercoledì 31 gennaio: Gita a Montelupo Fiorentino: visita del Museo della Ceramica e del paese

Foto 1


 Massimo ci ha inviato la recensione della visita da lui organizzata :

 Mercoledì 31 gennaio 2024 alcuni pensionati del gruppo “Quelli del Pignone” hanno fatto la prima uscita fuori Firenze dell’anno; tempo magnifico, freddo al mattino, ma col cielo azzurro e soleggiato.

 Una gita “leggera” adatta alla stagione: vicino a Firenze, raggiungibile con comodi treni in poco tempo e la possibilità di visitare un importante Museo della Ceramica.

 Sappiamo, infatti, che sin dal medioevo Montelupo ebbe notevole importanza come centro di produzione di manufatti in terracotta e maiolica, la cui tradizione si mantiene ancora ai giorni nostri. Da circa trent'anni il Comune ha costituito il "Museo della Ceramica di Montelupo", principale attrazione di oggi: un Museo che ci fa percorrere tutta l’evoluzione di questo importante e utilissimo artigianato. Artigianato sempre più raffinato nelle forme dei manufatti e nella sua decorazione pittorica; la famiglia Sartori, in particolare, dalla fine del Trecento alla fine del Seicento ha sviluppato quest’arte sia attraverso innovazioni tecniche, sia col perfezionamento della decorazione.

 Questo Museo da pochi anni è ben allestito in un edificio di nuova fabbricazione del quale occupa ben due piani, che prospetta sul Piazzale Vittorio Veneto, nel quale ho scattato la foto al gruppo dei partecipanti  (Foto 1). Il Museo espone un impressionante numero di manufatti dal XIII secolo fino al XIX, di tutti i generi: piatti decorati con figure umane o con racemi vegetali oppure con figure geometriche (Foto 2), vasi per uso di farmacia (Foto 3), brocche, orci, eccetera. Altro aspetto importante di questo artigianato è anche la fabbricazione di nuovi pigmenti, come il “rosso di Montelupo” che vediamo nel fondo della decorazione di un prezioso piatto (Foto4).

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Oltre al Museo, gradevole è la passeggiata per il centro dove abbiamo visitato la Pieve di San Giovanni Evangelista (Foto 5), di fondazione romanica, ma con l’interno interamente ristrutturato a partire dal 1756 in stile classico  (Foto 6).

 

Foto 5

Foto 6


Ricordiamo che a Montelupo c’è una delle più grandi ville medicee: l’Ambrogiana, al quale un viale di platani ci conduce (Foto 7); ospitava fino al 2019 il manicomio, oggi è di proprietà del Comune e diventerà un centro espositivo, ma molto è il lavoro di ripristino e il tempo che dovrà passare ancora perché sia visitabile.

 

Foto 7

Ottima è stata anche la pausa pranzo al ristorante (Foto 8), per l’ambiente, la cortesia del personale e la buona cucina; il ristorante è fuori della cerchia delle mura del paese: infatti si chiama "Osteria di Fuori". 

Foto 8

La giornata è passata velocemente e con soddisfazione di tutti.

 

Meglio ve la illustrerà, almeno credo, il filmato che ho composto e posto in YouTube.

Come al solito dobbiamo ringraziare l'infaticabile Massimo per l'organizzazione, recensione foto e filmato della visita.

 

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Mercoledì scorso,  7 febbraio, ci siamo trovati "informalmente" per festeggiare il compleanno di Massimo. Eugenio Stefani ha avuto l'ottima idea di suggerire un piccolo riconoscimento delle competenze e del notevole impegno di Massimo per il gruppo.